Questo è lo scopo che il fondatore ha dichiarato direttamente nel nome di questa disciplina. L’atteggiamento di ascolto, presente in tutte le fasi dell’allenamento, porta a “sentire”, da prima l’istante in cui l’altro attacca, la forza con cui effettuo una leva, la direzione in cui vengo proiettato.
Per poter ascoltare debbo aprire le mie sensazioni, utilizzare la vista periferica, che mi consente di tenere sotto controllo visivo, una ampia area dello spazio che mi circonda, ascoltare ogni minimo rumore. Debbo fare anche di più, aprire le mie sensazioni, anche da un punto di vista energetico, percepire l’energia di chi mi attacca, intuire il momento in cui sta per farlo.
Daniele ci diceva sempre: “la spada che vedi partire è quella che ti uccide”. Se “vedo” partire la spada è già troppo tardi, non riuscirò ad evitarla, al contrario, debbo intuire l’istante in cui il mio aggressore inizia il suo attacco e muovermi esattamente in quel momento, non prima, non dopo, ma esattamente in quell’istante.
Inoltre, se intendo dare potenza alle mie tecniche, debbo imparare a portarle non usando la forza fisica, ma imparando ad usare questa energia, che mi consente di dare potenza alle mie tecniche rimanendo rilassato.
Quindi, alzando ulteriormente l’obiettivo, debbo fare tutto questo cercando l’eleganza dei movimenti, questa eleganza è di per se armonia. Non movimenti spezzati, duri, rigidi, ma movimenti leggeri, rapidi, morbidi, appunto armoniosi.
La via che ci propone l’Aikido per raggiungere questa “armonia con l’energia dell’universo” passa appunto attraverso la “corretta” e costante pratica delle tecniche.