PREFAZIONE
Proponiamo questa prefazione, con l’obiettivo di dare un giusto contesto alla tematica dei gradi, che a nostro avviso, non sempre viene affrontata nel modo corretto.
Chi è il più Bravo ?
Una domanda che probabilmente i Samurai ed i praticanti di arti marziali si sono posti da sempre. Nel filmato seguente, vediamo come la tematica, fosse stata affrontata da Akira Kurosawa (regista che ha rappresentato efficacemente, nei propri film, molti aspetti della vita giapponese) nel famosissimo film del 1954 “I Sette Samurai”.
Come si può ben vedere, i due Samurai non si sono affrontati misurandosi sul numero di Kata di spada che erano in grado di eseguire, o su chi dei due avesse avuto il maestro più quotato. Anni di preparazione, di Kata eseguiti, di allenamenti, si sono concretizzati in un istante, i due si sono mossi più o meno nello stesso momento, entrambi erano convinti di colpire l’altro, uno è andato a vuoto, uno ha colpito. Il duello si è deciso in quel “più o meno”, chi ha saputo scegliere l’istante giusto è andato a segno, l’altro è andato a vuoto.
Il Maestro Morihei Ueshiba, fondatore di questa disciplina, ha cercato di tenere fuori dalla pratica dell’Aikido, questo aspetto conflittuale, non inserendo nella disciplina aspetti competitivi, ma al contrario, ponendo il fuoco sulla crescita personale. Due praticanti di Aikido non dovrebbero essere in competizione, per dimostrare chi dei due è il più bravo o il più forte, ma aiutarsi nella crescita reciproca, nella pratica delle tecniche.
Posso allenarmi nell’esecuzione degli “attacchi”, non per “tirare giù” l’altro, e dimostrargli di essere più forte, ma al contrario, per essere più realistico nell’attacco e consentirgli di meglio mettere a fuoco l’efficacia della tecnica che esegue.
SIGNIFICATO DEI GRADI NELLA NOSTRA SCUOLA
In origine, nelle arti marziali, esistevano solo due gradi: Bianca (studente), Nera (guerriero). Con l’evoluzione dei metodi di insegnamento, sono stati creati una serie di gradi intermedi, che consentono allo studente, di potersi focalizzarsi su obiettivi specifici, durante le varie fasi dell’apprendimento.
Di seguito riportiamo una sintesi, del percorso di crescita dello studente, focalizzata sugli aspetti più metodologici del tema trattato, mentre rimandiamo alla specifica sezione “Programma di Esame” per un dettaglio più tecnico e specifico di tale percorso.
Esami da 6° Kyu a 1° Kyu –Esami propedeutici per l’esame da cintura nera
La nostra scuola utilizza una scala classica dei gradi, che prevede un percorso di 6 esami, prima di poter effettuare l’esame da cintura nera. I gradi che si acquisiscono durante questo percorso vanno, dal 6° Kyu (primo esame), al 1° Kyu (ultimo esame prima dell’esame da Cintura Nera).
Durante questo percorso lo studente apprende le tecniche e i concetti fondamentali dell’Aikido, in modo da poter arrivare preparato all’esame da cintura nera. Nella sezione “Programma di Esame” è possibile trovare un dettaglio di tutte le tecniche e le pratiche richieste nei vari gradi di esame, mentre è possibile trovare, nella specifica sezione, materiale “multimediale” relativo all’esecuzione di tali tecniche (sezione nuova in parte attualmente in sviluppo).
Esami successivi all’esame da Cintura Nera
Dal superamento dell’esame da Cintura Nera in poi, lo studio è prevalentemente concentrato sull’approfondimento delle tecniche già acquisite (si studieranno anche varianti di tali tecniche, ma questo aspetto è marginale). Lo scopo è quello dichiarato dal fondatore, di portare l’allievo, tramite la ricerca di una esecuzione “perfetta” delle tecniche, ad entrare in piena armonia con l’energia dell’universo, quindi ad ottenere uno stato di equilibrio fisico, mentale, energetico e spirituale “perfetto”.
La cosa potrebbe sembrare molto vaga, ma al contrario, gli aspetti che si devono migliorare sono ben definiti e specifici. (vedere la sezione “Esami successivi all’esame da Cintura Nera”, nella pagina “Programma di Esame”, per maggiori dettagli).
CONSIDERAZIONI GENERALI
La fase successiva all’ottenimento della Cintura Nera è profondamente differente da quella precedente, in quanto, lo studente ha tendenzialmente acquisito i concetti fondamentali, quindi deve ora non tanto imparare cose nuove, quanto praticare e “perfezionare” quello che ha imparato.
Questo percorso è quindi un percorso più individuale che, nel tempo, ha sempre meno bisogno di qualcuno che dica cosa fare, ma al contrario si fonda sulla volontà di ricerca e di costante pratica personale. Sia il fondatore Maestro Ueshiba, sia Il Maestro Kobayashi, e a questi possiamo aggiungere, per esperienza diretta, il Maestro Daniele Ponti, hanno sempre spinto gli allievi, dopo una fase di apprendimento, a camminare con le proprie gambe e seguire un percorso di crescita personale.
Chiaramente, quindi, tale percorso è legato anche alle singole peculiarità personali, dei singoli praticanti. Daniele raccontava sempre che agli stage a cui lui aveva partecipato, aveva incontrato molti allievi, anche di altri grandi maestri, spesso appartenenti a differenti federazioni e che, nella sua lunga pratica, aveva avuto modo di incontrare praticanti molto bravi, che non portavano neanche la Hakama e che, a specifica domanda rispondevano, “Mi alleno da molto, ma non ho mai tempo per fare gli esami”, altri al contrario, con un numero di Dan, possiamo dire, decisamente eccessivo, relazionato alle limitate capacità dimostrate sul tatami. Persone a cui, anche importanti federazioni, avevano riconosciuto gradi elevati (7° Dan o 8° Dan) e che, agli occhi di alcuni, sul tatami, dimostravano di valere un 1° Dan o 2° Dan.
In ogni caso Daniele non aveva mai dato molta importanza a questi aspetti, e ci ha sempre insegnato a “gustarci”, con chiunque avesse lo stesso rispetto per noi, una sana pratica di Aikido sul tatami. Tirare tecniche con altri praticanti, con cui magari si lavora una sola volta ad uno stage, e scoprire che, avendo una radice comune, si è in grado di entrare in sintonia in un istante, è qualcosa di veramente gratificante.
CONCLUSIONI
I gradi nella pratica dell’Aikido marcano, sino al conseguimento della cintura nera, un percorso di apprendimento delle tecniche e dei concetti connessi con l’Aikido, e possono essere considerati “generalmente” omogenei, anche tra diverse scuole e federazioni.
Successivamente marcano un percorso di crescita più personale, che può assumere strade differenti. Alcuni praticanti possono essere, ad esempio, più portati per una strada, che potremmo definire più accademica, e quindi, essere portati a seguire un percorso più regolare, e cadenzato in modo costante, da esami, cerimonie, raduni. Altri possono intraprendere un percorso di crescita più individuale, che magari li porti a confrontarsi, in caso di dubbi (che sempre arrivano), anche con differenti maestri, o con gli amici con cui praticano da sempre, e che possono, per vari motivi, essere meno interessati, ad un marcato percorso accademico.
In ogni caso la cosa importante è “la pratica” dell’Aikido, che tra l’altro, ci aiuta a crescere come persone “equilibrate”, che possano portare il loro contributo nella vita quotidiana, portando avanti le proprie idee, in modo gentile, non aggressivo (e sembrerebbe che ce ne sia proprio bisogno), anche se fermo e deciso.